UGL dellAUTONOMIE È terminata poco fa la prima riunione del tavolo di confronto con sindacati ed associazioni professiofnali presso il Ministero dell’Interno convocato dal Sottosegretario Carlo Sibilia, a cui l’UGL delle Autonomie ha partecipato con la Segretaria Nazionale Michela Toussan e Sergio Fabrizi, in rappresentanza del Coordinamento P.L. Da parte di tutti i convenuti è stata rappresentata l’inadeguatezza della L.65/86 alla luce della modifica del Titolo V della Costituzione del 2011; del decreto Minniti (cd. Sicurezza Urbana) e dell’imminente decreto Salvini in tema sempre di Sicurezza. È stata rimarcata, altresì, la mancanza di uniformità a livello nazionale per le dotazioni, le competenze, i criteri di assunzione e di carriera e le limitazioni alla nostra attività di Polizia a livello contrattuale e la nota diseguaglianza di tutele previdenziali ed assicurative con le altre Forze di Polizia. Questo primo incontro era meramente conoscitivo ed ogni rappresentante ha espresso la posizione del proprio sindacato od associazione e, immancabilmente, sono emerse le diversità di richieste tra il mantenimento dell’area contrattuale negli Enti Locali, magari con area separata o l’inserimento nella L.121 con ritorno al rapporto pubblicistico anziché privatistico come lo è attualmente. La nostra Segretaria Nazionale, Michela Toussan, nel suo intervento ha chiesto che la modifica legislativa sulla P.L. tenga conto della chiarezza delle competenze, pari dignità e partecipazione nel sistema della sicurezza integrata e l’introduzione del rapporto tra livello motivazionale degli operatori e qualità del servizio reso. A chiusura degli interventi il Sottosegretario Sibilia ha preso atto dei “mali comuni” denunciati dalle organizzazioni e ha parlato di necessità di “ricostruzione dalle macerie prodotte in primis dal blocco del turn over”, per poi anticipare due prime iniziative che saranno adottate in seno al Decreto Sicurezza: accesso allo SDI per tutti i Corpi dei capoluoghi di Provincia e un’interpretazione autentica al riguardo dell’art. 5 L.65/86 che chiarisce l’esimente dell’uso dell’arma di dotazione nei casi di flagranza di reato. Su questi punti restiamo in attesa di leggere il testo definitivo prima di esprimere le considerazioni. Ma, nell’immediatezza, abbiamo chiesto una replica e ho proposto, ad integrazione della dichiarata volontà di tutelarci nell’uso dell’arma, di modificare da subito “motu proprio” il decreto ministeriale 145/87. Ora attendiamo un segnale e la data del prossimo incontro. La nota positiva è che per la prima volta il Tavolo viene aperto di volontà dal Ministero che fino ad ora ci ha sempre relegati nella serie inferiore del sistema Sicurezza.